Martina abbassava sempre lo sguardo quando parlava. Ultimamente, evitava anche di rispondere ai messaggi delle sue amiche. Ma loro lo sapevano: qualcosa non andava.
Una sera, Chiara e Alessia si presentarono sotto casa sua senza preavviso. Quando Martina aprì la porta, videro il livido sul suo polso e lo sguardo spento. Non servivano domande.
«Basta, Marti. Non sei sola!» Chiara le strinse le mani con dolcezza.
«Noi siamo qui per te», aggiunge Alessia, con gli occhi lucidi.
Martina crollò in un pianto liberatorio. Anni di silenzi, di paura, di bugie per coprire tutto… ora non servivano più. Le sue amiche l’abbracciarono, e lei sentì il calore della loro presenza.
Il giorno dopo, la accompagnarono in un centro antiviolenza. Lì, Martina parlò per la prima volta. Disse il suo nome, raccontò la sua storia. E capì che la sua vita non apparteneva più alla paura.
Con il tempo, le ferite guarirono. Il dolore si trasformò in forza. E, mano nella mano con le sue amiche, Martina iniziò a vivere di nuovo.