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Oltre la Paura

Sara aveva imparato a contare i secondi tra un colpo e l’altro. Uno… due… tre… il pugno arrivava preciso come un orologio. Il dolore era diventato parte della sua esistenza, come il battito del cuore. Ma quella sera era diversa.

Lui era più furioso del solito, ubriaco, con lo sguardo spento dalla rabbia. Lei cadde contro il tavolo, il fiato mozzato, ma qualcosa dentro di lei si spezzò. Non era paura. Non era rassegnazione. Era la certezza che quella sarebbe stata l’ultima volta.

Con una forza che non sapeva di avere, afferrò la sedia e la scagliò contro di lui. L’urto lo fece barcollare, abbastanza perché lei potesse correre alla porta. Il cuore le martellava nel petto mentre scivolava fuori, inciampando nella notte.

Le luci di un’auto lampeggiavano nel buio. Una donna uscì di corsa, la riconobbe: era la vicina, Claudia. «Sara! Vieni con me!»

Senza voltarsi indietro, Sara salì in macchina. Il motore rombò, e con esso sentì il nodo alla gola sciogliersi. Stava scappando, sì. Ma per la prima volta, scappava per salvarsi.

Due settimane dopo, grazie alle Associazioni che l’hanno aiutata, seduta in un piccolo appartamento di una città lontana, guardava l’alba dipingere il cielo. Per la prima volta in anni, respirò senza paura. Era libera.

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